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  • Tipo
  • Interesse locale
  • Città
  • Artegna
  • Indirizzo
  • Teatro Monsignor Lavaroni Piazza Marnico, 20 Artegna (UD) Informazioni tel: 331 8210675
  • Adatto per
  • Tutti
  • Quando
  • 16/01/2025

Artegna

Stagione Teatrale 2024-25: Come diventare ricchi e famosi da un momento all'altro

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testo e regia di Emanuele Aldrovandi

con Giusto Cucchiarini, Serena De Siena, Tomas Leardini, Silvia Valsesia

scene di Francesco Fassone

costumi di Costanza Maramotti

luci di Antonio Merola

ambiente sonoro di Riccardo Tesorini

produzione: Associazione Teatrale Autori Vivi, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

Il pluripremiato drammaturgo Emanuele Aldrovandi, anche talentuoso regista dei suoi testi oltre che di vari cortometraggi, porta in scena la sua nuova opera. Dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che racconta in chiave tragicomica ciò che si è vissuto nei due anni di pandemia, in questo nuovo lavoro l’artista si concentra sugli effetti della nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema profondamente disfunzionale instaurato dai social, prima accusati di creare distanze tra le persone e in pochi anni considerati invece l’unico modo per avere contatti fra individui.

 

Note di regia

La scrittura è estremamente concreta e realistica, ma l’allestimento sarà onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre.
La storia di una madre, Marta, della sua ossessione per la realizzazione della figlia Emma e del suo piano bislacco che coinvolge con l’inganno Chiara, una famosa attrice, e Carlo, cognato ap passionato di scacchi, rivive attraverso lo sguardo di Ferdinando, talvolta distaccato, talvolta pieno di sensi di colpa: cosa avrebbe potuto fare di diverso? È possibile cambiare il corso degli eventi e incidere veramente sulla realtà e sul mondo?
Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale, la chiave registica con cui ho deciso di metterlo in scena pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare.

Organizzato da
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