PORDENONE
Giornate FAI - Antico Ospitale dei Battuti - Pordenone
Orario
Sabato: 09:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Gruppi massimo di 15 persone
Domenica: 09:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Gruppi massimo di 15 persone
Indirizzo: Piazza del Cristo, 2, Pordenone
L'edificio, che conserva le tracce dell'antico Ospitale dei Battuti di Pordenone, è stato donato al FAI tramite lascito testamentario da parte della sig.ra Marilena Busato, vedova De Luca. Grazie a questo generoso gesto, la città può ora godere di una preziosa testimonianza della propria storia e arte. La casa si trova di fronte alla Chiesa Del Cristo, sul lato ovest dell'omonima Piazza, in quella che viene individuata dagli storici come l'antica Contrada della Madonna o dell'Ospedale. La posizione centrale riflette l'importanza che questa istituzione ha avuto per la città.
L'Ospitale trova probabilmente origine all'inizio del XIV secolo. La prima testimonianza certa che si ha dell'esistenza dell'ospitale è infatti una lettera collettiva d'indulgenza, risalente alla prima metà del XIV sec., in cui i vescovi della Curia papale avignonese concedevano un'indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che si fossero pentiti e confessati se avessero anche fatto visita alla chiesa e all'ospedale. L'ospitale venne amministrato dalla Confraternita laica dei Battuti che ebbe da subito grande influenza in città, e poté così contare su una grande disponibilità economica per la cura e il ricovero dei malati. Dopo decenni di abbandono, all'inizio degli anni ‘90 i coniugi De Luca, su suggerimento di Giancarlo Magri, decidono di restaurare il bene.
Il palazzo, nel corso dei sette secoli che l'hanno portato fino a noi, ha subito diverse modifiche e alterazioni sia alla struttura principale che alle sue pertinenze, in particolare nel corso dell'Ottocento. Al pianterreno troviamo alcuni affreschi staccati durante la loro scoperta e il successivo restauro avvenuto all'inizio degli anni ‘90 a opera di Giancarlo Magri, che raffigurano due confratelli con la tipica tunica bianca. Salendo al primo piano troviamo però i cicli pittorici maggiormente significativi: in una prima stanza possiamo vedere la Presentazione al tempio della Vergine e Lo Sposalizio della Vergine, scene rimaste di un probabile ciclo più ampio attribuito dal Magri ad Antonio Sacchiense, nipote del più celebre Pordenone; nella seconda stanza, che doveva probabilmente fungere da Oratorio per la Confraternita, troviamo le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa agli angoli della stanza, e al centro delle pareti scene lacunose che raffigurano La deposizione del Cristo, La fuga in Egitto e una Madonna con Putti, il tutto sormontato da una grottesca con cherubini e figure animalesche di chiaro rimando pordenoniano. Gli autori di questo ciclo sarebbero, sempre secondo il Magri, i fratelli Pasiani, di cui troviamo esempi pittorici nell'azzanese.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
L'antico Ospitale dei Battuti, recentemente donata al FAI tramite lascito testamentario da parte della sig.ra Marilena Busato, vedova De Luca, sarà nuovamente aperto al pubblico dopo il grande successo delle Giornate FAI di Primavera. Nelle stanze con affreschi del Trecento e del Cinquecento sarà possibile riscoprire un pezzo di storia e bellezza nascosta della città.
Riccardo Pasqualis, volontario
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
Visite a cura di
Volontari FAI
Sabato: 09:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Gruppi massimo di 15 persone
Domenica: 09:30 - 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: Gruppi massimo di 15 persone
Indirizzo: Piazza del Cristo, 2, Pordenone
L'edificio, che conserva le tracce dell'antico Ospitale dei Battuti di Pordenone, è stato donato al FAI tramite lascito testamentario da parte della sig.ra Marilena Busato, vedova De Luca. Grazie a questo generoso gesto, la città può ora godere di una preziosa testimonianza della propria storia e arte. La casa si trova di fronte alla Chiesa Del Cristo, sul lato ovest dell'omonima Piazza, in quella che viene individuata dagli storici come l'antica Contrada della Madonna o dell'Ospedale. La posizione centrale riflette l'importanza che questa istituzione ha avuto per la città.
L'Ospitale trova probabilmente origine all'inizio del XIV secolo. La prima testimonianza certa che si ha dell'esistenza dell'ospitale è infatti una lettera collettiva d'indulgenza, risalente alla prima metà del XIV sec., in cui i vescovi della Curia papale avignonese concedevano un'indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che si fossero pentiti e confessati se avessero anche fatto visita alla chiesa e all'ospedale. L'ospitale venne amministrato dalla Confraternita laica dei Battuti che ebbe da subito grande influenza in città, e poté così contare su una grande disponibilità economica per la cura e il ricovero dei malati. Dopo decenni di abbandono, all'inizio degli anni ‘90 i coniugi De Luca, su suggerimento di Giancarlo Magri, decidono di restaurare il bene.
Il palazzo, nel corso dei sette secoli che l'hanno portato fino a noi, ha subito diverse modifiche e alterazioni sia alla struttura principale che alle sue pertinenze, in particolare nel corso dell'Ottocento. Al pianterreno troviamo alcuni affreschi staccati durante la loro scoperta e il successivo restauro avvenuto all'inizio degli anni ‘90 a opera di Giancarlo Magri, che raffigurano due confratelli con la tipica tunica bianca. Salendo al primo piano troviamo però i cicli pittorici maggiormente significativi: in una prima stanza possiamo vedere la Presentazione al tempio della Vergine e Lo Sposalizio della Vergine, scene rimaste di un probabile ciclo più ampio attribuito dal Magri ad Antonio Sacchiense, nipote del più celebre Pordenone; nella seconda stanza, che doveva probabilmente fungere da Oratorio per la Confraternita, troviamo le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa agli angoli della stanza, e al centro delle pareti scene lacunose che raffigurano La deposizione del Cristo, La fuga in Egitto e una Madonna con Putti, il tutto sormontato da una grottesca con cherubini e figure animalesche di chiaro rimando pordenoniano. Gli autori di questo ciclo sarebbero, sempre secondo il Magri, i fratelli Pasiani, di cui troviamo esempi pittorici nell'azzanese.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
L'antico Ospitale dei Battuti, recentemente donata al FAI tramite lascito testamentario da parte della sig.ra Marilena Busato, vedova De Luca, sarà nuovamente aperto al pubblico dopo il grande successo delle Giornate FAI di Primavera. Nelle stanze con affreschi del Trecento e del Cinquecento sarà possibile riscoprire un pezzo di storia e bellezza nascosta della città.
Riccardo Pasqualis, volontario
Luogo solitamente chiuso, proprietà privata
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