UDINE
Filosofia in città. Pensare il presente.
Gli oggetti e le cose. Arte e Filosofia.
Interventi di Beatrice Bonato, Floriana Ferro, Paolo Toffolutti con letture di Stefano Rizzardi
Se il senso primario dell’essere non fosse da ricercare dalla parte del soggetto che conosce e agisce, il soggetto umano per eccellenza, ma piuttosto si trovasse nel carattere oggettuale di ogni cosa? È questa la tesi in cui si riconoscono oggi una serie di pensatori americani, a partire da Graham Harman, fondatore e maggiore esponente della teoria filosofica nota appunto come “Object-Oriented Ontology”. Teoria suggestiva seppure controversa, che rappresenta una delle versioni più forti del realismo, opponendosi alle più rilevanti prospettive filosofiche della modernità. Lungi dall’essere soltanto un esercizio speculativo, essa incrocia alcuni importanti percorsi del pensiero ecologico, nel loro tentativo di abbandonare il soggettivismo e l’antropocentrismo.
La nostra attenzione si soffermerà in particolare sulle implicazioni che Harman ne trae in relazione all’arte contemporanea, in un libro, Arte e oggetti (2019), dove convivono posizioni piuttosto tradizionali con chiavi di lettura innovative e stimolanti. Muovendosi sul confine tra ontologia ed estetica, questa riflessione spinge tra l’altro a interrogare alcune parole in apparenza semplici, quali “oggetto” e “cosa”, nella loro parentela e nella loro differenza.
Cercheremo di farlo in un dialogo a più voci, tra linguaggio filosofico e artistico, a cui si accompagnerà la lettura di alcune poesie dove gli oggetti sono protagonisti.
Ingresso libero e gratuito.
Interventi di Beatrice Bonato, Floriana Ferro, Paolo Toffolutti con letture di Stefano Rizzardi
Se il senso primario dell’essere non fosse da ricercare dalla parte del soggetto che conosce e agisce, il soggetto umano per eccellenza, ma piuttosto si trovasse nel carattere oggettuale di ogni cosa? È questa la tesi in cui si riconoscono oggi una serie di pensatori americani, a partire da Graham Harman, fondatore e maggiore esponente della teoria filosofica nota appunto come “Object-Oriented Ontology”. Teoria suggestiva seppure controversa, che rappresenta una delle versioni più forti del realismo, opponendosi alle più rilevanti prospettive filosofiche della modernità. Lungi dall’essere soltanto un esercizio speculativo, essa incrocia alcuni importanti percorsi del pensiero ecologico, nel loro tentativo di abbandonare il soggettivismo e l’antropocentrismo.
La nostra attenzione si soffermerà in particolare sulle implicazioni che Harman ne trae in relazione all’arte contemporanea, in un libro, Arte e oggetti (2019), dove convivono posizioni piuttosto tradizionali con chiavi di lettura innovative e stimolanti. Muovendosi sul confine tra ontologia ed estetica, questa riflessione spinge tra l’altro a interrogare alcune parole in apparenza semplici, quali “oggetto” e “cosa”, nella loro parentela e nella loro differenza.
Cercheremo di farlo in un dialogo a più voci, tra linguaggio filosofico e artistico, a cui si accompagnerà la lettura di alcune poesie dove gli oggetti sono protagonisti.
Ingresso libero e gratuito.
Organizzato da
Sociatà Filosofica Italiana, sezione Friuli Venezia Giulia
Sociatà Filosofica Italiana, sezione Friuli Venezia Giulia