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Ragogna

venerdì 20 giugno 2025 - mercoledì 16 luglio 2025

Italo Da Farra, poesia e pittura dalle sponde del Tagliamento al Friuli Collinare

Nel 10° anniversario dalla scomparsa di Italo Da Farra (1936-2015), poeta nato e vissuto a Ragogna, le Associazioni Reunia Gruppo di Ricerca e documentazione APS, Coro Insoltenote APS e Consulta del Volontariato Ragogna Aiuta Ragogna APS, con il patrocinio del Comune di Ragogna, ricorderanno la sua figura poliedrica di poeta e pittore autodidatta con un premio letterario di poesia e una mostra delle sue opere presso il Castello di Ragogna.
La Mostra “Italo Da Farra, poeta e pittore” sarà aperta dal 20 giugno al 6 luglio 2025, ogni sabato e domenica dalle ore 14.30 alle ore 18.30, a cura della Consulta del Volontariato Ragogna Aiuta Ragogna APS.
Il Premio letterario di poesia "Italo Da Farra, moti del cuore in musica e in canto” – I Edizione vedrà la premiazione dei lavori inviati il giorno 16 luglio, alle ore 19.30.
L’intento è quello di ricordare il proprio concittadino valorizzando la produzione poetica in lingua italiana e in marilenghe di autori che risiedono nel Friuli Collinare. Il legame profondo che Italo Da Farra nutriva per la sua terra, per il suo paese e per il Tagliamento emerge fortemente dalle sue poesie. Le liriche, scritte tra il 1964 e il 2012 e contenute in quattro volumi, sono presenti in 98 antologie editate in Italia e hanno ottenuto 204 premi di cui 10 primi posti nei concorsi letterari a cui ha partecipato. L’intero corpus, composto da 435 poesie, è raccolto in un’antologia postuma pubblicata nel 2017 con una prefazione del prof. Angelo Floramo:
“Italo Da Farra ha frequentato la poesia come un viandante farebbe con i sentieri più inesplorati e nascosti di un continente misterioso, che lo ha affascinato da sempre, attraendolo nei paesaggi frastagliati dei suoi incanti. Il suo passo non è mai incerto, o timido, ma si intuisce dal ritmo degli accenti che l'autore si muove con la circospezione dell'errante, che cerca ed esplora fin dentro alle pieghe più profonde della sua anima quei moti del cuore che solo un poeta vero e credibile sa trasformare in musica e in canto. I paesaggi interiori sono mossi, e fanno scivolare il lettore più attento dentro le sfumature di una vita distillata in ogni sua prospettiva, dal momento che la tavolozza dei colori che il Nostro utilizza è capace di cromie inusitate: la Natura, con i suoi riverberi di acqua e vento, di sole e tempesta, la fatica del vivere quotidiano, con tutti i passi consumati sugli acciottolati del borgo o lungo i sentieri erbosi della campagna, la bellezza degli istanti di cui l'esistenza di ognuno è disseminata, il paese natio, con i suoi scorci di dissonante bellezza sono il teatro umano sul quale si orchestra lo spartito di una lirica che nulla ha della freddezza degli accademismi di maniera, triti e consunti, e che ben lontana si tiene dalle ridondanze narcisistiche dei "poeti laureati", troppo occupati a piacere e a piacersi per consumarsi nella veridicità del loro scritto: qui, al contrario, tutto è vero, l'incanto e la desolazione, il volo e la caduta, la nostalgia che si fa accenno sommesso di pianto e lo scoppio improvviso, inatteso, di una felicità talmente tanto luminosa da divenire accecante e talvolta dolorosa”.
Moti del cuore
da trasformare in musica e in canto: questo cercherà di trovare la giuria del premio fra le composizioni poetiche che parteciperanno al concorso. La poesia vincitrice diventerà infatti il testo di una canzone per coro misto, un inedito che il Coro Insolitenote APS valorizzerà presentandolo in occasione dei vari eventi a cui prenderà parte. Il concorso non avrà quindi una premiazione fine a sé stessa, ma avrà l’obiettivo di valorizzare nel tempo l’anima del Friuli Collinare, le sue radici, ma anche le sue contaminazioni contemporanee che da parola diventano musica, canto corale e quindi idealmente espressione delle sue molteplici “voci” caratteristiche.
La figura di Italo Da Farra sarà ricordata anche con una mostra di pittura presso il mastio del Castello di Ragogna che consentirà, a coloro che lo hanno conosciuto e non, di scoprirne lo spirito libero e la vena artistica che non si esaurisce con il suo primo e unico grande amore: la Poesia.
La pittura per lui diventa un momento in cui riposare la mente, un momento in cui rilassarsi, una pausa, uno svago lontano dall’arrovellarsi per cercare di esprimere con i versi i suoi sentimenti, le sue riflessioni, i suoi travagli. Nei primi anni ’90, Da Farra ha iniziato a prendere confidenza con i colori, i pennelli e le tele senza frequentare alcun corso di pittura. È stato un autodidatta completo anche in questa sua espressione artistica, ricercata in età matura, che resta comunque minoritaria rispetto alla poesia.
La pittura è l’opposto della poesia che si fa luogo per esprimere i suoi tormenti della vita, i travagli dell’animo, i dolori, qualche gioia, i sogni e le realtà. La pittura è di contraltare ricerca della pace, della tranquillità evocata attraverso panorami e scenari tranquillizzanti, pacifici dove non si trova la figura umana, ma solo la natura e qualche casolare anch’esso simbolo di sicurezza, luogo in cui rifugiarsi nei momenti di tristezza e difficoltà.
L’uomo è un problema, la natura è la salvezza dell’uomo. Di questo parlano i dipinti di Da Farra nella loro spontaneità priva di una tecnica specifica, custodi però di un messaggio ben definito: la Natura come rifugio dell’uomo da proteggere e preservare. Le opere sprigionano l’amore per gli spazi aperti, monti, laghi, boschi, luoghi di fantasia in cui potersi rifugiare, per paesaggi che infondono pace, serenità e tranquillità, scorci di paese in cui ha vissuto e case isolate. La figura umana non compare: segno di una dicotomia tra Natura/Uomo che si riflette nel rapporto Pittura/Poesia quali luoghi per esprimere i propri moti del cuore.
C’è un legame profondo tra la pittura di Da Farra e molte sue poesie che parlano della sua terra, del suo paese, dei suoi casolari, dei luoghi frequentati, delle amate acque che frequentava quando si isolava dal mondo solo con i suoi pensieri. Come in un gioco di specchi, dipinti e poesie si riflettono in quelle liriche che gelosamente racchiudeva nei volumi che di volta in volta editava in proprio per lasciare il segno del suo pensiero e del suo passaggio nel mondo.
Da Farra regalava i suoi quadri ad amici e conoscenti quasi a volerli rendere partecipi di quel suo rifugio tranquillo. Solo in parte si è riusciti a reperirli e per esporli in occasione del 1° Premio di Poesia Italo Da Farra nelle stanze del Castello di Ragogna, una finestra che abbraccia come una cornice i canali intrecciati dell’amato fiume Tagliamento.
Organizzato da
Reunia Gruppo di Ricerca e documentazione APS
Coro Insoltenote APS
Consulta del Volontariato Ragogna Aiuta Ragogna APS
con il patrocinio del Comune di Ragogna e della Comunità Collinare del Friuli